Pazzano... ciò che ispirò il poeta Guido Cavani

Pazzano dista sei chilometri dal Capoluogo e tre dalla Nuova Estense. In questi ultimi anni, la vicinanza, all'importante strada di scorrimento Nuova Estense ha portato a questa tranquilla località, una notevole espansione abitativa.
Lungo la strada che porta a Granarolo vi sono case torri ed una corte chiusa risalenti ai secc. XVI e XVII che presentano pitture e portali di pregevole fattura. A Pazzano di sotto, è posto l’oratorio dedicato a S. Rocco, edificato da coloro che si salvarono dalla peste del 1630. L'attuale chiesa, dedicata ai Santi Giovanni e Paolo, fu costruita nel 1727 in stile barocco rinascimentale, su disegno di Antonio Vandelli.
I santi protettori sono raffigurati in un pregevole dipinto, di origine tardo ‘600, collocato nell’abside e riportato al suo aspetto originale da un recente restauro. L’interno, decorato alla fine dell’ 800, con semplici motivi ornamentali, si sviluppa in un’ampia navata centrale e quattro piccole cappelle laterali. Entrando in chiesa, a sinistra, si trovano prima l’altare del Crocefisso e poi l’altare di S. Giuseppe. A destra si trovano l’altare di S. Nicola e quello della B.V. della Cintura.

A fianco della chiesa si eleva il campanile a fusto quadrato con cella campanaria. La chiesa ed il campanile vennero consacrati nel 1915. L’altare principale è dedicato a San Giuseppe.
Prima dei lavori di restauro e consolidamento, avvenuti negli anni 1970-80, si poteva vedere nel pavimento dinanzi all'altare dedicato a S. Giuseppe, una tomba con scolpito un guerriero e la scritta “Marcus Bazzanus et sibi natis el pasque nato proli hoc sepulcrum construxit A. MDLXXX”.
Questa tomba, forse proveniente da altro luogo sacro più antico, era il sepolcro dell'importante famiglia dei Bazzani che annoverò uomini che ricoprirono importanti cariche nell'ambito dello Stato Estense. Pazzano, che è posta al centro della Val Tiepido, con le sue suggestive casine bianche attorniate dai tanti colori della natura, seppe negli anni 1940-1960, ispirare il poeta e scrittore Guido Cavani di Modena che qui era solito soggiornare e che di questi luoghi scrisse nel romanzo Zebio Cotal.

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creato:sabato 18 marzo 2017
modificato:sabato 26 agosto 2017